E sei lì,
chiuso tra le quattro mura della tua stanza. Davanti a te hai un monitor, un mouse, una tastiera, pochi fogli giusto per prendere qualche appunto.
Cerchi di fare quello che hai sempre sognato, cerchi di far diventare la tua passione un lavoro. Ti sei messo in proprio, contro lo scetticismo di molti, hai deciso di credere nelle tue capacità, hai scelto di metterti in gioco. E così, quella stanza che per anni è stata solo la tua cameretta, diventa qualcosa di più: il tuo ufficio.
E sei lì,
davanti al PC, in un altro mondo, nella rete, quel mondo che ti fa guadagnare da vivere. Conosci persone ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Gli altri si domandano cosa diavolo stai facendo davanti quel monitor, si chiedono con chi diavolo parli ore e ore.
Riesci a ridurre i confini del mondo, riesci a lavorare con persone mai viste, mai sentite, mai conosciute, ma che si fidano di te come se ti conoscessero da una vita. Aspetti un’occasione per incontrare tanti di loro personalmente: un seminario, un viaggio casuale, un meeting diventano occasioni di evasione, occasioni che ti permettono di toccare con mano la realtà che hai quasi inconsapevolmente creato intorno a te.
Finisce il viaggio, torni davanti al tuo PC, nella tua cameretta, e ritrovi gli stessi amici che hai incontrato poco prima. Capisci che è tutto un cerchio, capisci che non è fatto tutto di elettronica, capisci che fai parte di un mondo.
Si è fatto tardi, è l’ora di andare a letto. Spegni quel monitor che ti ha tenuto compagnia tutta la giornata, e nel buio della notte rifletti alle sorprese che ti riserverà il domani.
